Cronaca di una camminata bagnata …ma non troppo

Domenica 28 ottobre: ore 8,30, nonostante l’avvisaglia di piogge e temporali all’appuntamento di via Berlinguer  si radunano 18 persone, in gran parte  nuovi arrivati nella Castellina; un bel gruppo di avventurosi camminatori  che non  sembra abbiano timore  di quattro gocce d’acqua.

Per tutta la mattina sino all’ora del bivacco il tempo non ci  riserva sorprese: aria frizzante; sprazzi di sole tra nuvole al galoppo;  ondulati sentieri tappezzati di foglie marcite; profumo di muschio e di terra bagnata,  e la vegetazione dai mille colori che fa da corona alla marcia.

Dopo la discesa attraverso il  bosco ed un tratto di strada sterrata, prendiamo a risalire  il sentiero  che conduce alla cava della Ballotta; un attento passaggio tra i massi corrosi dalle intemperie, strette gole segnate da aeree liane, anfratti nascosti e ripide pareti di roccia a strapiombo sul fondo colorate di   giallo e  punteggiate da morbidi ciuffi di felci.

Acceso il fuoco di bivacco all’entrata di una vecchia  miniera, da buoni amici facciamo le presentazioni di rito e poi quando abbiamo quasi consumato lo spuntino di mezzogiorno incomincia a piovere… ed allegramente anche a grandinare.

 

Nota: All’epoca dell’allume,   carri di legno, dalle alte sponde, trainate da muli o cavalli, risalivano sino al varco dal quale noi siamo entrati; si fermavano a caricare il materiale che i cavaroli avevano estratto dalle pareti di roccia,  per poi percorrere l’intero  canalone dell’impianto di estrazione sino all’uscita della cava, proprio  nel punto dove ci siamo fermati a mangiare. Il prezioso materiale  subiva una prima fase di cottura presso i forni  disposti nelle vicinanze delle cave, per venire quindi  trasportato sino allo stabilimento di Allumiere. Dopo una prima e lunga fase di  stagionatura e calcinazione  delle rocce  all’aria aperta, il materiale   passava alle caldaie di lisciviazione e quindi alla  stagionatura finale nei  cassoni di legno, da cui ne usciva come  “Pietra di ghiaccio”

 

Rimaneva ancora da visitare la cava di allume degli Sbroccati ed anche  se nel frattempo aveva smesso di piovere era evidente che la magia della giornata era svanita; così decidiamo prudentemente di concludere lì la nostra camminata.

Risaliti sul crinale della montagna,  prendiamo ad avanzare lungo una stretta mulattiera dell’epoca dei cavaroli e chiacchierando amichevolmente ritorniamo  al punto di avvio dell’escursione.

Per molti degli  intervenuti c’è stata anche l’occasione di vedere da vicino la Polveriera che un tempo custodiva l’esplosivo utilizzato per sbancare le pareti di pietra  delle vicine cave:Gangalandi, Sbroccati e Ballotta.

Una bella e ricca esperienza da non dimenticare, parola di veterano del “buon passo”.

 

N.B. = I soci  che vogliono sapere di più sulla gloriosa epoca dell’estrazione dell’allume, sappiano che presso La Galleria del Libro sono in vendita tre antichi ed interessanti libricini, da poco fatti ristampare dal Comune di Tolfa.

BREISLAK – Saggio di osservazioni mineralogiche sulla Tolfa, Oriolo e Latera.

ZIPPEL– L’allume di Tolfa e il suo commercio

PONZI – La Tuscia Romana e la Tolfa memoria.

 

A presto ritrovarci  tra il verde.

Civitavecchia 30 ottobre 2012

                                                                                                  Mauro Tisselli

Ecco gli scatti di Roberto Gori

CAVE ALLUM 28.10.12 r.gori

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