CAVE DI ALLUME ( ALLUMIERE)

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E business fu!

Raccontare la storia delle cave è raccontare la nascita di un grosso affair che non portò – purtroppo vantaggi economici al territorio.

Facciamo un grosso passo indietro fino al 1400. Questi luoghi erano sotto lo Stato Pontificio. L’allume, paragrifoglio_ng1ticolarmente importante per l’epoca, fino a quel momento veniva importato dalla Turchia, monopolizzando completamente il mercato,  fino al giorno in cui Giovanni di Castro ( Commissario generale delle rendite della camera apostolica ), che conosceva molto bene l’allume, fece la clamorosa scoperta nel 1460.DSCN2264.JPG

Passeggiando nel faggeto  intorno a La Bianca (Tolfa) notò le piante di agrifoglio (  Ilex aquifolium ) e alcune pietre biancastre che tanto somigliavano all’allume turco. Dopo alcuni saggi ebbe la conferma e portò subito la lieta novella al Santo Padre:

“Oggi ti porto la vittoria sul turco. Egli estorce ogni anno ai cristiani più di trecentomila monete d’oro per via dell’allume con cui tingiamo le lane di diversi colori dei nostri tessuti. Ma, io ho trovato sette monti così ricchi di questa sostanza da bastare sette mondi”

La Camera Apostolica si occupò del business che successivamente fu affidato ad Agostino Chigi di Siena che diede un forte impulso alla produzione: costruì uno stabilimento per la lavorazione del materiale, ampliò le zone di scavo a cielo aperto, creò un villaggio minerario per i lavoratori che prese il nome di “Le allumiere”.

Questo fu solo l’inizio. Per il resto vi aspettiamo per visitare ciò che resta delle cave ora avvolte dal verde e per scoprire come andò a finire.