<< Nonostante la prevedibile assenza di molti la ricognizione sull’acquedotto Innocenziano ha avuto luogo con successo; i magnifici 7 della Castellina hanno portato atermine la missione con spirito di sacrificio ; qualche goccia di pioggia o qualche refolo di vento non hanno impedito l’impresa a voi le storiche immagini di un’impresa che rimarrà scolpita negli annali dell’avventura acheo-naturalistica .
Un “peana” agli stoici eroi di cotanta determinazione . >>
Roberto ( uno degli irriducibili )
<<Sette sono gli “irriducibili” presenti all’appuntamento in via Enrico Berliinguer: il numero giusto per questa speciale iniziativa. Perché sono sempre sette gli eroi di ogni fumetto o film di avventura che si rispetti.
Sorbito un buon caffé, raggiungiamo il paese di Allumiere e ci dirigiamo decisi verso il punto di partenza dell’escursione, con l’intento di realizzare almeno in parte il percorso programmato lungo l’antico acquedotto. Sempre sperando nella buona sorte.
Indossati gli scarponi e, con ottimismo anche gli zaini con l’occorrente per il pranzo, prendiamo a camminare speditamente lungo un delizioso tratturo in mezzo al bosco, piacevolmente avvolto da una magica atmosfera autunnale; qua e là segnato da rocce coperte di muschio e striate di giallo, ed adornato da rosseggianti alberelli di corbezzolo e cespuglietti di mirto colme di bacche promettenti.
Abbiamo quasi aggirato monte Rovello e raggiunto il punto in cui in nostro acquedotto ritorna alla luce, dopo avere attraversato il colle in galleria che, senza preavviso si scatena un finimondo d’acqua.
Siamo a metà del percorso previsto. Qui giunti, ritornare indietro o andare avanti con cambierebbe la situazione, per cui decidiamo di proseguire costeggiando i cunicoli della via d’acqua – ora peraltro ben visibili – sino al bottino di Tor Cimino, da dove con poco raggiungeremo le nostre auto.
Siamo tutti e sette ben attrezzati per affondare la pioggia; almeno così crediamo: giacconi impermeabili, scarponi ingrassati, cappelli ed anche degli ombrelli, ma l’acqua piovana spinta da forti raffiche di vento non ci da tregua. Lungo lo stradello che stiamo percorrendo non esistono ripari possibili; attorno a noi solo boschi e macchie intricate; fermarsi sotto gli alberi, poi, diverrebbe estremamente pericoloso, specie in caso di caduta di fulmini.
Non ci resta che stringere i denti e proseguire in avanti.
Al fine di evitare le pozze d’acqua che si stanno formando copiose, dapprima, proviamo a saltare agilmente da una zolla o da un sasso all’altro, poi compreso che non è quello il modo di procedere con speditezza, aumentiamo il ritmo di marcia sciacquettando e scivolando nel fiume d’acqua che scorre ai nostri piedi. Con la pioggia che cadendo con forza dal cielo, penetra insidiosa attraverso ogni fessura dei nostri indumenti.
Gli ombrelli, poi, a causa del forte vento sono diventati un intreccio di tessuto stropicciato e stecche di metallo contorte, ormai inservibili ed ingombranti. Che solo per rispetto dell’ambiente non ci sentiamo di abbandonare in mezzo alla campagna.
Arrivati finalmente al bottino di Tor Cimina, ci restano altri 700 metri di solida sterrata in ripida salita ma bel percorribile, e finalmente siamo al punto di avvio della camminata
Ci lasciamo frettolosamente, inzuppati ed infreddoliti; una veloce corsa in auto verso le nostre case; una doccia calda; un cambio di indumenti, ed archiviati mentalmente i disagi di questa mattinata di avventura, sono certo che in tutti noi rimanga indelebile il ricordo dell’esperienza vissuta; anche del camminare fine a se stesso e del piacere della compagnia, ma soprattutto del vivere la vita nel modo che più ci rende felici. >>
Mauro Tisselli – il Presidente degli Irriducibili
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Acquedotto 21.11.2010 foto R.Rossi |