Le sorprese di Piantangeli – 7 ottobre 2012

             Se potessi paragonare la giornata di domenica sarebbe uno splendido ovulo, una piacevole sorpresa nel bosco. Zero previsioni per la giornata che è la cosa migliore, almeno non si hanno delusioni. Ho voluto Piantangeli a tutti i costi come prima iniziativa, perché in qualsiasi stagione ti sorprende sia che ci siano le fragoline di bosco o gli ovuli e porcini come adesso. All’appuntamento siamo tanti – una settantina – molti volti nuovi e non può che far piacere, ma comporta un rallentamento dell’organizzazione, infatti riusciamo a partire dal Tempietto Etrusco di Tolfa soltanto alle 10,30. Avevamo iniziato a camminare – si e no – da mezz’ora che papà parte con “ il discorso ai nuovi” , non resiste fino a pranzo ed elenca ai novizi le regole ed i divieti assoluti del nostro gruppo: hanno sempre la stessa espressione, anno dopo anno, sconcerto e curiosità che scompaiono passo dopo passo, con i veterani che anticipano le battute quasi parola per parola. Riconosco che può sembrare noioso ma la Natura ha le sue regole e noi dobbiamo considerare di essere ospiti ogni domenica, per far sembrare tutto più semplice. Finalmente iniziamo a camminare veramente e la cosa che amo di più è guardarmi intorno per cogliere il piacere negli occhi di chi mi circonda: mi piace osservare i vecchi amici che si aggiornano sui fatti recenti, i nuovi arrivati intenti a fotografare ogni angolo, le curiosità dei bambini di città e le strane amicizie che nascono ogni volta. Può essere l’escursione peggiore, ma non mancano mai questi ingredienti, ci sono gesti e sguardi che si ripetono ogni volta. La prima sosta la facciamo poco prima di mezzogiorno al basolato romano, dove due anni fa abbiamo individuato una strana pietra con un foro al centro – a mio avviso – opera dell’uomo. Oggi con noi c’è anche Roberta Galletta – Assessore all’Ambiente – in veste però di semplice cittadina ( crede lei ), che si improvvisa giornalista e mi fa un’intervista sulla mia teoria, da mettere in rete, così da fugare ogni dubbio sulla mia follia per le pietre antiche. Secondo me si tratta di una coppella rituale, cioè una cavità scavata nella pietra utilizzabile forse come luogo sacro per il Culto della Madre Terra, che da anni studio con curiosità. Il discorso diventa complesso: l’acqua piovana raccolta diventava magica e donata alla Terra, considerata in epoca preistorica come divinità; addirittura alcuni testi fanno riferimento al Graal come cavità sacra d’epoca successiva. Non continuo ma lascio il dubbio..credo fermamente che i dubbi siano necessari in ognuno di noi per cercare la verità, qualunque essa sia. Dopo una breve sosta con qualche snack e frutta riprendiamo a camminare, passiamo attraverso un bel bosco, dove si scorgono i primi funghi, per poi ritrovarci in una splendida piana ( grasceta come viene definita da queste parti ) circondata da faggi e querce. Spunta dal nulla uno splendido cagnolone bianco, giocherelliamo un po’ con lui fino all’arrivo del furgone con il padrone. Lungo il cammino noto un gruppo piegato verso terra a fare foto, vedo con piacere che la star è uno splendido ovulo, un piacevole colpo d’occhio arancione tra le foglie secche del sottobosco. Visti i tempi ristretti, decidiamo con papà di modificare il giro, anticipando la saluta prima del pranzo: oggi – stranamente – siamo più buoni e così intorno alle 13 siamo sulla cima di Piantangeli ( 500 mt c. ) per ammirare i resti dell’Abbazia e la vista mozzafiato. Una panchina in legno di fronte al panorama è il regalo più gradito per gli stanchi camminatori.

L’Abbazia di Piantangeli risale all’epoca Carolingia ed è stata frequentata tra l’VIII e il XIV sec. d.C.; fu fondata al confine tra la Tuscia Romana e la Tuscia Longobarda come pieve di confine, cioè di controllo da parte dell’Imperatore. Della Chiesa restano i ruderi di un edificio a tre navate e le pareti della torre campanaria; fuori, i resti del borgo distrutto probabilmente dal forte terremoto del 1346.

Il pranzo è una piacevole sorpresa per i nuovi, qualche panino al volo e poi tutti in giro per i dolci e il caffè da offrire: adoro questo momento anche se non sono golosa!! Ci rimettiamo in marcia e senza metterci d’accordo con papà, ci godiamo lo scherzo fatto al gruppo, fargli scavalcare una passina di legno quando ad una decina di metri c’era il passaggio aperto. Non siamo così perfidi, ma la passina è un test, è la prova del fuoco insieme al guado che oggi però gli abbiamo risparmiato.. La prossima tappa è l’Area Sacra con il sasso tagliato, che fortunatamente riesco a fotografare solo quando il gruppo si allontana, è un altro segno in questa zona del passaggio dell’uomo in epoca preistorica ed un’altra piacevole sorpresa della giornata. Il rientro è un continuo di “incontri speciali”, un gruppo di cavalli allo stato brado, un’oasi di fiori gialli altissimi, un albero con le liane e la foto di gruppo che non può mancare. Arriviamo alle macchine verso le 17 al termine di una giornata perfetta. Mi fermo qualche attimo in più con papà a fare il bilancio dell’escursione e prima di ripartire noto l’ultima e la più piacevole delle sorprese: un gruppetto – credo formatosi durante il giro – intento a chiudere la giornata con una merenda improvvisata. Non può che essere il regalo migliore per noi.

                                                                                                                   Claudia Tisselli

PIANTANGELI 07.10.2012
PIANTANGELI R.Gori 7.10.2012
PIANTANGELI P.Sirchia 7.10.2012

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